Nel 1972 fu sfondato un grosso muro che separava il così detto Comunichino dalla chiesa e vennero alla luce affreschi dell’epoca giottesca. Nella nicchia del fondo è dipinta La SS. Trinità: il Padre Eterno che regge tra le braccia il Figlio in croce ed emana lo Spirito Santo; a destra e a sinistra della nicchia stessa, la Vergine e l’angelo Gabriele che rappresentano l’Annunciazione. Una relazione della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Roma, del 31 agosto 1925 annotava che l’immagine nella nicchia fu scoperta nel 1907, quando fu rimossa “la terra cotta della Robbia, che vi si trovava”, trasferita in Cattedrale. Nella parte sinistra della nicchia è dipinta una Madonna col Bambino, resto dell’Adorazione dei Magi. Si legge nella schedatura dell’ottobre 1984 della Soprintendenza “che potrebbero risalire alla fine del secolo XIV e che hanno evidenti influssi senesi”. Nella parte superiore della stessa parete del fondo si vedono le teste degli Apostoli Pietro e Paolo e una figura femminile con vestito rosso e braccia stese: questa immagine somiglia molto alla Madonna Madre della Chiesa nel monastero benedettino di Subiaco. Nella parete destra c’è un affresco finemente incorniciato che rappresenta lo sposalizio di santa Caterina vergine e martire e l’immagine di san Michele arcangelo: sono di ignoto pittore di ambito viterbese del secolo XV. Sulla stessa parete è dipinto, certamente in epoca più recente, forse seconda metà del secolo XVI, un maestoso pontefice in trono e, vicino, una santa in abito marrone. Sicuramente non si tratta di S. Pietro né di S. Maria Maddalena penitente (a motivo dei capelli lunghi): i due personaggi farebbero pensare piuttosto ad Urbano V ed a Santa Brigida di Svezia che venne qui a Montefiascone a incontrare il Papa. Ancora sulla stessa parete è raffigurata una monaca, forse S. Scolastica di ignoto pittore laziale del secolo XVII.