Montefiascone rappresenta una tappa nel percorso di coloro che a piedi ricalcano ancor oggi i passi dei pellegrini che, all’inizio del secondo millennio, si recavano a Roma. Dai loro racconti conosciamo la sete di autenticità e ricarica spirituale che li sostiene in tanta fatica.
La tappa solitamente inizia a Bolsena cosicché, prima di trovare ospitalità nei locali appositi del monastero San Pietro, i pellegrini hanno percorso circa 5 km nel bosco e nella campagna, in alcuni tratti camminando sul lastricato della Via Cassia romana. L’arrivo a Montefiascone coincide con l’arrivo alla chiesa di San Flaviano, a due piani, eretta nel sec. XII su un edificio più antico, e che conserva cicli di affreschi dei secoli XIV-XVI. A molti però questa chiesa è nota solo per la tomba di Giovanni Fugger che – si dice – essa custodisca: andando alla ricerca di vino eccellente, egli qui lo scoprì e ne morì, dopo averlo pubblicizzato con un motto che ora è diventato il nome del prodotto per cui Montefiascone è rinomata: «Est Est Est [C’è, c’è c’è!]».
“Tutti gli ospiti che arrivano siano accolti come Cristo”
Reg. Benedicti, Cap. 53,1