L'arte iconografica è l'attività naturale dell'uomo. Corrisponde alla sua vocazione cosmica. Egli è chiamato a condurre il mondo alla sua perfezione. Il mondo è stato creato dalla parola creatrice del Verbo; nella sua parusia, in tutte le forme visibili dovrà apparire finalmente il volto di Cristo, nato dal cielo e dalla terra. Ma già adesso tutta la creazione geme nei dolori del parto (cf. Rm 8,22), aspettando il momento in cui vi apparirà Cristo nella sua pienezza. Ora, l'iconografia anticipa l'escatologia. L'occidente non presta attenzione al carattere dinamico dell'immagine. Come nella persona umana l'immagine di Dio non è mai perfetta e conserva sempre un'apertura escatologica, così anche l'icona, dipinta su legno, non può mai essere considerata come “fatta”. Il suo essere è dinamico, deve continuamente “crescere”. Il cristiano collabora in questo processo. Perfezionando l'immagine di Cristo nella sua anima, egli imprime quell'immagine nel mondo visibile, nel suo ambiente naturale. Ciò che fa l'iconografo non è quindi altro che una funzione specifica di questa missione universale.
“Rappresento con audacia il Dio invisibile non in quanto è invisibile, se non in quanto è diventato visibile a causa di noi per la sua partecipazione nella carne e nel sangue. Quella che rappresento non è la sua divinità invisibile; per mezzo dell'immagine mostro la carne del Dio che era Visibile”
Giovanni DamascenoSi riealizzano icone anche a partire da modelli del committente; se desiderate maggiori informazioni, potete telefonare direttamente al Monastero (0761/826066): saremo lieti di fornirvi tutte le indicazioni di cui necessitate.